È come se da un momento all’altro
già sulla strada
mi dovessi svegliare dicendo:
«Perdio! mi sono dimenticato la vita a casa».
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Libri » Navigazioni incerte

Autore: Roberto Maggiani
Poesia (Poesia)
Lingua: italiano
Formato: copertina flessibile
Dimensioni: 150x230 mm
pp. 240
Anno di edizione: 2011
LaRecherche.it

ISBN: 9781540629562

28,00 €

In copertina: fotografia dell’autore

In copertina: fotografia dell’autore

«Eccomi, dunque, ad avere percorso - via mare - le tappe di una vita: a raccontarla, con la sua candida e straripante generosità, è Roberto Maggiani, che ancora una volta compie un gesto insieme amicale e simbolico nei confronti dei suoi lettori. La pubblicazione delle pagine del diario di bordo tenuto nel corso della sua esperienza a bordo della Vespucci, quando aveva vent’anni, infatti, ha un significato di condivisione: il diario non ha pretese letterarie, se non in brevi squarci di descrittività; ma serve a creare una sorta di trait d’union con la pratica poetica della scrittura successiva, e, inoltre, rivela certi aspetti caratteriali dell’autore (lo slancio lirico, la passione per la bellezza, il senso profondo dell’amicizia, lo spirito d’avventura, la capacità di fare scelte sempre personali). Ma soprattutto dichiara da subito che, secondo un topos antichissimo, la vita è come andar per mare, coltivando il sogno della libertà e della pace, “per cui si può annegare”; e con la consapevolezza dell’imprevedibilità, del repentino mutare delle cose. A questo rimanda l’intensa cromaticità dei versi maturi della prima parte: il nero spaventoso del mare in tempesta, l’azzurro della quiete, lo splendore cristallino dell’acqua nel sole, il suo abisso notturno che rispecchia le stelle (colori che dilagano nelle bellissime fotografie, che integrano il testo, e a volte sembrano costituire l’incipit di qualche testo). E ancora: la voce del mare che seduce comunque, sia che splenda “da una parte il sole” e “dall’altra un’onda spaventosa”, “...nel mezzo di uno/spazio che tagliato a metà/ ribolliva titanio oscuro/ in cui il bene e il male fanno lega”. E’ il mare come metafora, così come l’hanno cantato Montale, Melville, e molti altri (vita e morte, bellezza e paura, euforia ed angoscia, bene e male) e che sempre si rinnova e stupisce. Ma c’è un altro aspetto nella poesia di Maggiani che mi piace sottolineare; quella mediterraneità che ha alimentato tutta l’arte e l’immaginario occidentale, e che esprime la sua familiarità con il mare attraverso miti (dall’Odissea di Ulisse alla nascita di Venere dalla spuma marina), storie di navigatori avventurosi, quotidiane ebbrezze di luce e di gioia fisica. Da tutto ciò nasce la profonda relazione tra la liquidità del mare e lo splendore concreto dei corpi con i quali attraversiamo la vita e che ci fanno, dunque, da traghettatori verso i molti approdi dell’esistenza, specie verso la gioia sessuale, che è qui cantato con denudata verità, con quella radiosità sena ombra di peccato che ci riportano alla memoria i versi di Constantinos Kavafis. Quest’amore per i corpi, espressione, tutti, di vita, di gestualità, templi dello spirito, detta un verso bellissimo, che dà la misura dell’umanità di Roberto: “Vorrei essere tutti i corpi”. L’impasto linguistico è davvero ricco: dai termini del gergo marinaro, che caratterizza il diario di bordo, a quelli di provenienza scientifica, da quelli squisitamente letterari a quelli del parlato. Maggiani, mentre svela sé stesso, ci offre la vita nella sua interezza e a noi tocca il dovere di ringraziarlo per un così alto dono.»
Franca Alaimo

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